Libano

Tre anni in Libano 2006-2009


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Nuovo Governo libanese

 fuochi d’artificio per festeggiare il nuovo Governo – mabruk

Fnte:Messaggi LIBANCALL dalle ore 16.36 alle 16.18 11 luglio 2008

L’Orient Le Jour 12 luglio 2008

Composizione del nuovo Governo libanese 10 i Ministri provenienti dal Governo uscente – 14 nuovi ministri e 6 che avevano gia’ assunto cariche ministeriali in governi precedenti – 1 sola donna53 giorni dopo l’Accordo di Doha 

Alain Tabourian          Energy and Water ( armen-ortodosso, Tachnag)

Jean Ogassapian         State (armeno-ortodosso, Corrente del Futuro)

Elias Skaff                  Agriculture (Greco-ortodosso, Blocco per il cambiamento e delle riforme

Nassib Lahoud           State (maronita, 14 Marzo, Rinnovamento democratic)

Youssef Taqla            State (Greco-cattolico,  nominato dal president della Rep)

Raymond Audi           Displaced (greco-cattolico, vicino al 14 Marzo) – fondatore Banca Audi

Gebran Bassil             Telecomunications (maronita, CPL)

Ibrahim Najjar            Justice (Greco-ortodosso, vicino alle Forze Libanesi

Mario Aoun                Social Affairs (maronita, CPL)

Tarek Mitri                 Informations (Greco ortodosso, vicino a 14 Marzo)

Elie Marouni               Tourism (maronita, Kataeb)

Antoine Karam           Envirobment (Maronita, Forze Libanesi)

Ministri sciiti:

Zoayter                       Industry (8 Marzo)

Ibrahim Shamseddine Administrative Reforms (vicino a 14 Marzo)

Fawzi Salloukh           Foreins Affairs (8 Marzo)

Fneish                         Labor (Hezbollah)

Mohammad Khalifa   Health  (Amal)

Ali Qanso                   State (PSNS Partito Nazional Socialista Siriano)

Ministri sunniti:

Mohammad Chatah    Finance (14 Marzo)

Mohammad Safadi     Economyand trade (14 Marzo, blocco tripolitano)

Bahia Hariri                Education (corrente del Futuro)

Khaled Qabbani         State  & Tamman ( Corrente del futuro)

Tammam Salam          Culture ( vicino al 14 Marzo)

Ministri drusi:

Ghazi Aredi                Transport and Public Works ( PSP)

Wael Bou Faaour       State (PSP)

Talal Arslan                Youth and Sports (8 Marzo) 

Fouad Siniora             Prime Ministre (14 Marzo)

Issam Abo Jamra        vice- Prime Minister  (Greco-ortodosso – CPL)

Elias Al Mur               Defense Minister (Greco-ortodosso, nominato dal Presidente della Repubblica)

Ziad Baroud               Interior Minister  (maronita, nominato dal Presidentedella Rep)


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Vittime della tortura

 carta telefonica prepagata libanese emessa in occasione della giornata internazionale delle Nazioni Unite in sostegno delle vittime delle torture

Le vittime delle torture  in Libano e Siria hanno finalmente un rifugio. Con il sostegno finanziario dei Paesi Bassi,

il CLDH Centro  Libanese per i Diritti Umani   e l’associazione Solide (Sostegno ai Libanesi  detenuti in esilio) , hanno aperto nell’ottobre 2007, il Centro NASSIM per permettere la reintegrazione nella societa’. Psicologi, psichiatri, medici, terapeuti, avvocati, , operatori sociali vengono in aiuto ai libanesi e agli immigrati torturati in Siria, in Israele o nei centri di detenzione illegale in Libano.

 Prelevati durante la guerra civile, uccisi prima di essere gettati nelle fosse comuni, trasportati nelle carceri in Siria o in Israele, gli scomparsi della guerra in Libano sono miglia. Per resuscitare questo dossier inizialmente insabbiato e poi abbandonato dallo Stato, il Centro libanese per i Diritti Umani reclama una inchiesta internazionale.

Il numero degli scomparsi comunemente ammesso dal 1992 arriva a 17000 persone. Ma questo numero sarebbe da rivedere al ribasso. “E’ anche uno dei nostri progetti: rifare un censimento ante mortem  al fine di sapere chi erano, qual’era la loro storia”, spiega Wadih el-Asmar, “cosi’, nel momento della scoperta di carnai o  di ossa, potrebbe essere fatto un lavoro di identificazione del corpo”.

 I parenti dei detenuti nelle carceri siriane, per quattro anni hanno  organizzato sit-in nel giardino  Gibran Khalil Gibran in piazza Riad el-Sohl a Down Town, sperando nella  fine imminente di questa tragedia e sollecitando un inchiesta internazionale.

Damasco nega l’esistenza  di prigioni segrete e rifiuta di  far luce sulla sorte di centinaia di libanesi.

fonte: l’hebo Magazine 29 feb 2008 – l’Orient le Jour 11 aprile 2008


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La Pidgin Madam : una grammatica della servitu’ e il rifiuto del termine schiavismo

 Lingue

Fida Bizri dell’Inalco, ha sviluppato una tesi sul parlare arabo delle Sri Lankes, La “Pidgin Madam” o la “grammatica della servitu’”

Fida Bizri, linguista libanese che insegna la lingua e la letteratura cingalese a Inalco, a Parigi, ha sviluppato un lavoro di ricerca sul parlare arabo delle Sri Lanchesi che sara’ presto l’oggetto di un libro intitolato “Le Pidgin Madam” : une grmmaire de la servitude”, pubblicato da Geuthner.
Come un grande numero di libanesi, Fida Bizri e’ stata cresciuta a contatto di domestiche Sri Lanchesi e la vita ha voluto che apprendesse la loro lingua e che si specializzasse in lingua e cultura cingalese. Lei, bambina, si addormentava al suono della ninna nanna cingalese e’ oggi conferenziere all’Istituto nazionale di lingue e civilizzazioni orientali (Inalco – Parigi) e, dopo numerose ricerche sul parlare arabo delle domestiche provenienti dall’isola del te, decreta cosi’ la nascita di una nuova lingua che ha battezzato “Pidgin Madam”: Pidgin (linguaggio personalizzato), dopo averlo studiato, si e’ rivelato una forma di linguaggio personalizzato, una lingua semplificata, la cui grammatica e’ legata al contesto di apprendimento informale, cosi’, come la lingua d’origine del gruppo che la parla. Madam scritto in inglese, senza la e finale, per indicare bene che lo si pronuncia Madam e non Madame. “ Visto che e’ la parola d’ordine di una Sri Lanchese in Libano, mi sembra adatta al contesto.
Questa lingua secondo Fida Bizri, parlata da tutte le Sri Lanchesi che lavorano come domestiche nel Medio Oriente, nel Golfo arabofono, e dai loro datori di lavoro arabi, ad eccezione dei casi dove un pidgin anglaise (lingua personalizzata inglese) viene adottata al posto dell’arabo.
Dopo questa ricerca e’ sembrato a Bizri, che indipendentemente dalle differenze dialettali tra paesi arabi e’ soprattutto il contesto sociale che detta la sua grammatica a questa lingua. “Il cuore di questo contesto e’ la relazione padrone – servitore” sostenendo l’ipotesi dell’esistenza di “una grammatica del lavoro domestico femminile in esilio”, e forse piu’ semplicemente “una grammatica della servitu’”

Uccidere il ricordo del paese natale
Per spiegare le caratteristiche di questa lingua, la linguista e’ andata alla fonte, chiedendosi: “Cosa succede quando una Sri Lanchese pensa di partire per un paese straniero per la prima volta e quando arriva per la prima volta in un paese arabo, e piu’ precisamente in Libano?”
“Prima di pensare alla partenza, la Sri Lanchese tipo che finisce in Libano, appartiene alle persone piu’ deprivate della sua isola”, racconta Bizri. “ Vede tra le sue vicine, donne ritornare dai paesi arabi con del denaro, donne che costruiscono una casa in , cemento ( che pero’ riusciranno raramente a finire dopo 10 anni di emigrazione). Queste vicine ritornate ricche si lamentano, dicono che non si deve andare nei paesi arabi, che si viene trattate in modo disumano, che lavorano a volte 18 ore al giorno, che alcune sono maltrattate e violentate. Ma queste stesse donne si contraddicono subito dopo perche’ ripartono prima possibile. In piu’, formano gia’una casta a parte, le donne che hanno esperienza si divertono a parlare arabo tra loro giusto per suscitare l’invidia delle altre, e perche’ si dicono che possono ben essere fiere di se stesse nonostante tutto. Esse hanno in ogni caso piu’ denaro di quelle che non sono partite .L’idea di partire e’ allettante, ma la Sri Lanchese candidata alla partenza sa che non e’ per se se. Non ha il coraggio di lasciare i suoi figli e crede di non essere all’altezza come le sue vicine perche’ spesso i recrutatori di domestiche fanno loro credere che per andare nell’Eldorado i criteri di selezione sono molto elevati.”
Fino al giorno in cui capita un incidente, la morte di un padre, la mancanza
dei soldi per incenerire il defunto, una cattiva raccolta, una inondazione che si porta via la baracca nel suo cammino o una guerra che uccide i membri della famiglia che hanno un po’ di denaro. I recrutatori vanno alla ricerca di queste tipo di donne divenute dei progetti. Prestano loro il denaro per aiutarle, facendo loro firmare dei contratti per la partenza che ipotecano la loro vita e quella della famiglia per un periodo da 6 a 8 mesi. Tutto questo con la promessa che le giornate felici sono vicine.”
Una volta arrivate in Libano, la vita libanese della Sri Lanchese avanza ad una velocita’ spesso traumatizzante. “ Ha la scelta tra due possibilita’, che noi conosciamo tutti per aver vissuto una guerra e i lutti: morire dal dolore (fino a finire , alcune, per saltare dalla finestra dopo cinque giorni), oppure reprimere e dimenticare.”
Molte domestiche hanno’ confidato a Bizri di aver coscientemente deciso di “uccidere il ricordo del loro paese natale” per la durata del loro soggiorno.
E’ su queste donne che Fida Bizri ha deciso di centrare la sua ricerca.

Schiavismo o no?
“Molte persone parlano di schiavismo. Secondo me, non sono una sociologa, ma una linguista.
Io preferisco utilizzare il termine servitu’ piuttosto che schiavismo, che ha il doppio torto di essere inesatto e speculare.
Inesatto, perche’ il concetto giuridico di schiavo implica l’idea di una proprieta’. Speculare, perche’ non ha bisogno di evocare fatti di schiavismo, di violenza o di maltrattamenti fisici per trovare la servitu’ in questo rapporto disuguale tra “Madames” e le loro bonnes!”
“ Nella mia ricerca, ho incontrato un gran numero di casi in cui le Madame e la loro Sri Lanchese si intendevano e si apprezzavano, relazioni dove vi si ritrovava amore e tenerezza. Non impedisce, secondo me, questi sentimenti quali che siano inscritti in questa relazione restino basati sulla servitu’…”
Per concludere, Fida Bizri parla della ricchezza di questa lingua molto viva inventata a due tra Libanesi e Sri Lanchesi.
“ Nello studio delle lingue, non ci si pone mai da un punto di vista normativo, non si dettano le regole di come questa lingua dovrebbe essere, ma si gioisce nel descriverla
cosi’ com’e’ e di approfittare di tutto quello che rivela come inventivita’ linguistica.
Direi dunque, felicemente che la Madame e la Sri Lanchese parlano questo Pidgin che e’ la prova della creativita’ e della relazione tra loro e la loro capacita’ di adattamento in una situazione cosi’ complessa.

Traduzione dell’articolo dal francese di Maya Ghandour Hert pubblicato su l’Orient Le Jour di martedi’ 8 luglio 2008

Il mio commento personale:
Dall’articolo mi sembra emerga con forza dil rifiuto del termine schiavismo, non e’ la prima volta che i libanesi rifiutano l’uso di questo termine per indicare le loro relazioni con le bonne. Circa un anno fa Dominique Torres giornalista francese aveva pubblicato un articolo in cui si parlava dello schiavismo in Libano, l’articolo ha provocato la reazione di moltissimi lettori dei quotidiani i quali non accettano di venir presentati al mondo come schiavisti.
Fida Bizri sostiene che nel rapporto manca il presupposto della proprieta’, io penso che non sia cosi’, proprio il linguaggio (la mia Bonne) ne ‘e la conferma, non e’ solo un modo di dire e’ che proprio e’ cosi’ che le considerano, una loro proprieta’. Nel momento in cui vien tolto il passaporto per paura che se ne vada, nel momento in cui non danno un posto per dormire, uno spazio per se, umiliando e distruggendo psicologicamente una persona, nel momento in cui pagano niente o una miseria il lavoro(200-300 $ al mese per 14/18 ore al giorno di lavoro per trenta giorni) io piu’ che schiava e maltrattata non mi sentirei.
Inoltre sono molte quelle che si suicidano, non solo Sri Lanchesi ma anche apprtenenti ad altre nazionalita’, non solo perche’ hanno lasciato il paese come dichiara la linguista, ma perche’ quello che trovano e’ decisamente troppo triste da essere vissuto.
Sono molte le donne libanesi che si disperano se la loro bonne le abbandona, vera disperazione, non per affetto, amore, ma perche’ si ritrovano senza la schiava e tocca a loro occuparsi di tutti i lavori domestici. Sono molte quelle che nemmeno sanno cosa vuol dire il lavoro domestico. Ne’ sanno, cosa vuol dire occuparsi di far crescere un figlio.
Forse c’e’ un pizzico d’invidia in quello che dico, ma chi dichiarerebbe che non amerebbe essere servita/o e riverita/o e liberata/o soprattutto dal lavoro domestico? Riguardo ai figli invece preferisco essere io ad occuparmene e a cantargli la ninna nanna.

Devo pero’ anche affermare che ho conosciuto personalmente una Sri Lanchese che si e’ liberata grazie all’aiuto di una signora libanese (qualche eccezione c’e’), vive per conto suo, ha fatto arrivare anche una nipote dallo sri Lanka e lavora part-time, guadagnado cosi’ di piu’ ( la tariffa e’ sulle 6000 LL all’ora, lavorando circa 50 ore a settimana riesce a guadagnare 200 dollari a settimana e non a mese come tutte le altre disponibili giorno e notte, sabato e domenica compresi).


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Accordo di Doha

The Monthly nr 72 luglio 2008

Traduzione articolo

Accordo di Doha

Tregua temporanea o soluzione permanente?

Nel momento in cui la crisi politica in Libano ha raggiunto l’apice, i Leader del Paese sono stati invitati ad un incontro nella capitale del Qatar dove hanno accettato un accordo sostenuto da Iran, Stati Uniti e alcuni Paesi Arabi. L’Accordo di Doha, reso noto il 21 maggio 2008, e’ stato visto da alcuni analisti e politici come una soluzione permanente, e da altri come una tregua temporanea, sostenendo che non e’ riuscito ad affrontare problemi chiave.

Punti principali dell’Accordo di Doha

– Elezione del generale Michel Suleiman come Presidente ( Suleiman e’ stato eletto il 25 maggio 2008

 – La formazione di un Governo di unita’ nazionale di 30 ministri, distribuiti come segue: 16 deputati delle forze governative, 11 dell’opposizione e tre ministri nominati dal Presidente, provvedono che nessuno dei Ministri si dimetta o intralci il lavoro del Governo. Se i ministri disapprovano la selezione del nuovo Comandante dell’Esercito, deve essere messo ai voti in base in base all’articolo 65 della Costituzione. Comunque, finche’ l’opposizione controlla 11 voti, i due terzi dei voti richiesti per ogni decisione sono impossibili da raggiungere senza consenso.

– L’adozione delle Qada come distretti elettorali, conformemente alla legge del 1960. Beirut dovrebbe essere divisa in tre distretti, ma con una differente distribuzione rispetto al 1960. Questo aspetto prendera’ del tempo in quanto la distribuzione si basa su una proposta sottoposta da Comitato Nazionale Legge Elettorale diretto da Fouad Boutros e potrebbero sollevarsi controversie tra i partiti politici.

– Garanzie a non usare armi per raggiungere obiettivi politici, a lanciare il dialogo con l’intenzione di promuovere l’attivita’ delle istituzioni pubbliche e realizzare cosi’ la sovranita’ dello Stato su esercito e forze di sicurezza. Il dialogo deve essere avviato con l’appoggio del Presidente.

L’Accordo di Doha ha affrontato problematiche in attesa di essere definite, quali il riempire un vuoto presidenziale e approvare la formazione del governo e la legge elettorale. Comunque, alcune problematiche chiave non sono state risolte o affrontate nell’Accordo di Doha, a causa dei limiti di tempo e delle esigenze di un ampio dialogo. Alcune problematiche sono state precedentemente affrontate nell’Accordo di Ta’if, ma le soluzioni sono ancora da implementare.

Problematiche chiave comprendono:

– Adozione di una legge elettorale non basata sulle confessioni

– Creazione di un Consiglio Senatoriale con l’elezione del primo Parlamento non confessionale

 – Abolizione confessionalismi politici e formazione di un comitato nazionale per studiare il modo di raggiungere questo fine – Implementazione della decentralizzazione

 – Adozione di un piano unificato ed esauriente dello sviluppo nazionale per promuovere le differenti regioni libanesi – Riguardo le armi di Hezbollah, adesione all’accordo temporaneo firmato con Israele il 23 maggio 1949, conforme agli accordi di Ta’if

– Affrontare il problema della presenza militare palestinese dentro e fuori i campi armati

– Affrontare il problema della presenza palestinese in Libano e il suo futuro, nell’ottica della naturalizzazione – Garantire ai migranti la cittadinanza libanese e il diritto di voto

– Affrontare il problema delle relazioni siriano-libanesi, rappresentazione diplomatica e demarcazione dei confini – Occuparsi del diffondersi delle armi tra i libanesi

– Affrontare il problema delle problematiche economiche, quali la privatizzazione, debito pubblico, corruzione amministrativa e violazione della proprieta’ pubblica, in particolare di quella marittima

– Inserire un nuovo sistema fiscale che garantisca l’implementazione del piano economico e finanziario

– Istituire un sistema giudiziario indipendente

– Adottare un piano finanziario, sociale ed economico per promuovere l’educazione pubblica e definire l’emigrazione straniera del lavoro

http://beirut7.blog.kataweb.it/2008/05/24/laccordodi-doha/ 


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Organizzazioni non governative nel sud del Libano e nella Valle della Bekaa

http://beirut7.blog.kataweb.it/2008/05/12/ong-associazioni-non-governative-in-libano/

http://beirut7.blog.kataweb.it/2008/05/19/le-ong-di-dahieh/

ONG nel sud del Libano e nella Valle della Bekaa –

Organizzazioni non governative  nel Sud del Libano e Nabatieh
Qada’a                       ONG registrate              ONG attive
Saida 141 72
Sour (Tyre) 102 53
Jezzine 33 22
Nabatieh 97 42
Bint Jbeil 31 17
Hasbaya 23 12
Maria’youn 29 20
Totale   457 238
 Fonte: Compiled by Information International from the Official Gazette, field  surveys and office research – 2008

The Monthly nr 72 luglio 2008 

Distribuzione delle ONG nella Bekaa  per Qada’a
Qada’a           ONG registrate    ONG  attive           % ONG totali
Bekaa Ovest 42 17 40%
Rashaya 28 16 57%
Baalbek 147 86 58%
Hermel 13 5 38%
Zahleh 133 64 48%
Totale 363 188 51%
Fonte: Information International

The Monthly nr 71 giugno 2008