Libano

Tre anni in Libano 2006-2009


Una sfilata di moda contro i pregiudizi

VIDEO DELLA SFILATA  http://www.lorientlejour.com/multimedia/598-liban-un-defile-de-mode-contre-les-prejuges-lorient-le-jour-

 

L'esclavage en terre d'Islam0001 Human right Watch - domestiche0001

Sono molte le lavoratrici straniere in Libano, lavorano soprattutto come domestiche, provengono dalle Filippine,

Sri Lanka, Congo Nigeria  e non hanno vita facile – molte quelle che si sono suicidate o che sono state maltrattate, la famiglia che le ospita si fa carico di spese di viaggio e assistenza, al loro arrivo in Libano in uno spazio riservato dell’aeroporto, vengono prelevate dalle famiglie e viene loro ritirato il passaporto, la retribuzione e’ bassa, la sistemazione non sempre adeguata, a volte nemmeno una stanza oppure una stanzetta sul balcone (una piccola stanza, la stanza della bonne – qualcuno dice che e’ sufficiente perché son piccole) l’orario di lavoro  e’ estensibile e la libertá poca.

Questa sfilata di moda organizzata dall’Associazione Insan  sostiene che queste donne hanno diritto alla vita e all’avventura – http://www.insanassociation.org/en/

https://beirut7.wordpress.com/2008/07/09/la-pidgin-madam-una-grammatica-della-servitu-e-il-rifiuto-del-termine-schiavismo/


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La donna libanese non puo’ trasmettere la nazionalita’ ne ai propri figli ne al marito straniero

Il diritto di trasmissione della nazionalita’ e’ un diritto all’accesso a tutti i diritti che la cittadinanza comprende, quindi, comprende diritti alla sicurezza sociale, alla sanita’, all’educazione, al lavoro, al voto.

 In Libano e’ riconosciuto il legame di sangue e non il legame con il territorio, ma nonostante questo, vi e’ una discriminazione tra uomo e donna.

L’uomo puo’ trasmettere la nazionalita’ alla moglie straniera e ai figli ma la donna no.

Il “ Collectiv pour la Recherche et la formation sur le developpement – Action” CRTDA, ha presentato un progetto di legge in parlamento, viene richiesto che siano tolte tutte le riserve libanesi sulla convenzione per l’eliminazione di ogni genere di discriminazione contro le donne (CEDAW) e che il diritto di nazionalita’ sia accordato alle libanesi. Il collettivo ha organizzato manifestazioni, sit-in e incontrato i politici, queste sono alcune dichiarazioni rilasciate: il Ministro dell’Interno Ziyad Baroud, ha dichiarato che “e’ un diritto naturale sul quale stiamo lavorando per trasformarlo in un diritto garantito dalla legge”, il patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha rilevato “la necessita’ di interessarsi al diritto delle donne libanesi a trasmettere la nazionalita’”, il Primo Ministro Fouad Siniora ha dichiarato di “aver gia’ presentato un progetto di legge che permettera’ alle donne di trasmettere la loro nazionalita’ ai figli dopo dieci anni di matrimonio”. Il CRTDA ha chiesto al ricercatore Kamal Feghali di redigere un progetto di legge che si basi sull’idea di uguaglianza tra uomini e donne davanti alla legge. Questo progetto propone emendamenti alla legge del 1925 e del 1960 su tutti gli articoli che discriminano la donne, chiede inoltre il diritto di trasmettere la nazionalita’ al marito e ai suoi figli con un effetto retroattivo e senza discriminazione di nazionalita’. Questo progetto si fonda sull’uguaglianza di diritti evocati dalla Costituzione, dalla Convenzione sull’eliminazione delle discriminazioni contro la donna (CEDAW). Tra gli articoli che il CRTDA chiede di modificare , vi e’ quello che recita : ” e’ libanese ogni persona nata da un padre libanese”, che secondo il CRTDA dovrebbe essere modificato in “ e’ libanese ogni persona nata da un padre libanese o madre libanese”. Altro articolo essenziale, e’ quello che stipula che “ tutte le donne straniere sposate ad un libanese diventano libanesi dopo un anno dalla registrazione del matrimonio” che viene proposto di modificare come segue:” tutte le donne straniere sposate ad un libanese e tutti gli uomini stranieri sposati ad una donna straniera, diventano libanesi dopo un anno dalla registrazione del matrimonio”.

 Chi purtroppo non e’ compreso in questi progetti di legge, forse una svista, forse non si e’ voluto fare, gli articoli del quotidiano non accennano a queste persone, sono i figli degli eventuali coniugi stranieri, i quali non otterranno la nazionalita’ libanese. Anche questa e’ una grande discriminazione che potrebbe creare situazioni di disagio in ambito familiare a danno soprattutto dei figli.

 I figli di donne libanesi sposate o non con stranieri e quindi senza la nazionalita’ libanese si scontrano quotidianamente con una serie di problemi e umiliazioni, ogni anno sono obbligati a fare la coda presso gli uffici della Sicurezza generale per rinnovare la carta di soggiorno, a pagare delle tasse alle quali vanno aggiunte le tasse per il permesso di lavoro, non possono esercitare tutte le professioni, non possono frequentare le scuole pubbliche, se lavorano non vengono inquadrati ne’ assicurati, se non trovano lavoro vengono avviate inchieste nei quartieri mettendo cosi’ la persona in difficolta’ anche con i vicini, se non studiano o non lavorano hanno difficolta’ ad ottenere il permesso di soggiorno, se il marito non e’ libanese, tutto viene intestato alla donna libanese. Una delle giustificazioni riguarda la paura che in questo modo i palestinesi potrebbero aggirare l’ostacolo e ottenere la cittadinanza libanese, il rifiuto dell’insediamento dei rifugiati palestinesi sembra essere la scusa, ma questo non vale per gli uomini che possono comunque trasmettere la loro cittadinanza anche ad una donna palestinese.

I casi censiti di libanesi coniugate con stranieri sono circa 1375. Di queste il 57% sono sposate con iracheni, il 14,3% ad egiziani, l’11% a giordani ani, il 5,1% a francesi, il 2,1% a siriani, l’1,8% a iraniani, l’1,6% ad americani, , 1,3% a turchi, 1,2% a canadesi, 1,2% a germanici, e 1,1% a palestinesi. Questa ricerca e’ stata fatta da UNPD-POGAR. Fonte: L’Orient Le Jour dell’8 dic 2008 Libano,Donne, cittadinanza,legge,

http://beirut7.blog.kataweb.it/2009/01/15/lacquisizione-della-cittadinanza-libanese/