L’Orient Le Jour 12 marzo 2009
“L’ emendamento della legge sulla nazionalita’’, era il tema discusso ieri da un centinaio di rappresentanti di ONG convenute ad un seminario organizzato dai responsabili del progetto PNUD (Programma Nazioni Unite per lo Sviluppo)
“ I diritti delle donne libanesi e la legge sulla nazionalita’”.
A seguito dell’azione di diverse organizzazioni, con a capo “le Comite’ de suivi des affires de la femme libanese et le Consil de la femme liabanese”, come pure l’azione di diversi parlamentari, il Parlamento dovrebbe adottare un progetto di legge nei prossimi mesi. Dovrebbe modificare leggermente la legge sulla nazionalita’ datata 1925, particolarmente la parte che riguarda il diritto della donna a trasmettere la nazionalita’ ai suoi figli.A questo proposito, la legge libanese , che e’ una legge di sangue riguardo alla nazionalita’, e’ discriminatoria nei confronti delle donne , impedendo loro di dare la loro nazionalita’ ai loro figli e mariti.Secondo diverse fonti, il testo di legge attualmente in gestazione dovrebbe permettere alle donne di trasmettere la nazionalita’ libasese ai propri figli con qualche eccezione.Sembra che per rassicurare I libanesi che temono l’insediamento dei Palestinesi, il testo che sara’ adottato impedirebbe quelle che sono sposate a rifugiati palestinesi di concedere la la nazionalita’ ai propri figli. Pertanto queste donne secondo uno studio dell’Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD), non costituiscono che il 3% delle libanesi sposate con uno straniero. Al contrario gli uomini libanesi sposati con una rifugiata palestinese trasmetto la nazionalita’ alle loro donne e ai loro figli. Questo e’ in vigore dalla creazione dello Stato di Israele nel 1948 e non influisce sul concetto di diritto al ritorno alle loro terre di origine che hanno le libanesi e i rifugiati palestinesi .
Legge discriminatoria[…] Ieri, dunque nell’inaugurare la sessione, la presidente del Comite’ de suivi des affaires des femme libanaise , Amane Kabbara Chaarani, ha messo l’accento sull’attivita’ intraprese dall’organizzazione che rappresenta “ e che mira a sensibilizzare la popolazione sulle leggi discriminatorie verso le donne, particolarmente quelle relative alla nazionalita’, alla Sicurezza sociale e allo stato civile pure al codice del lavoro e penale”.Grazie aulla campagna effettuata in tutto il paese, “ il comitato ha potuto censire un importante numero di donne sposate a stranieri” sottoneando che “ il fatto di non dare ai figli della donna libanese la nazionalita’ della loro mamma, soprattutto se vivono in Libano, crea numerosi problemi, relativamente all’integrazione alla vita attiva, all’ospedalizzazione,all’educazione e alla Sicurezza sociale”.
Prendendo la parola, la rappresentatnte permanete dell’Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo PNUD, in Libano, Marta Ruedas, ha sottolineato che “l’eguaglianza tra uomini e donne e’ assicurata dalla Costituzione in Libano, se le donne non sono riconosciute interamente come cittadine non potranno mai partecipare allo sviluppo delle loro famiglie, delle loro comunita’ e societa’.Ha indicato inoltre che nel 2008, “nell’ambito del progetto relativo ai diritti delle donne libanesi e la legge sulla nazionalita’, progetto scaglionato in due anni, l’Agenzia delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, PNUD, ha iniziato la coordianzione con il comitato de suivi des affires des femmes”.“Obiettivo di questo progetto e’ emendare la legge al fine di permettere alle donne di trasmettere la nazionalita’ ai loro figli e mariti” ha dichiarato, notando che “le leggi sono state modificate in altri paesi arabi, come l’Egitto, il Marocco, l’Algeria e la Tunisia”.Da parte sua, il Ministro dell’Interno Ziyad Baroud, ha ricordato che “il Libano ha aderito nel 1996 alla convenzione per l’abolizione di tutte le forme di discriminazione verso le donne adottando riserve concernenti l’art. 4 della legge 16 sulla nazionalita’”. “Riserve erano state ugualmente adottate nei confronti di articoli di questa convenzione riguardanti la legge sullo stato civile che e’ monopolio delle diverse comunita’ religiose del paese” ha aggiunto.Ha spiegato che nel corso degli anni, certi tribunali avevano interpretato l’articolo 4 della legge in modo di permettere alle libanesi sposate a stranieri il cui coniuge era deceduto di trasmettere la nazionalita’ ai loro figli.Baroud ha sottolineato che la legge adottata nel 1925 sulla nazionalita’ e’ contraria alla Costituzione adottata nel 1926 e che garantisce l’uguaglianza dei cittadini libanesi di fronte alla Legge. Ha aggiunto che la nuova legge sara’ adottata con tutti I requisiti (garde-fous) necessari e sara’ conforme alla Costituzione libanese.
Le musulmane piu’ numerose nel sposare stranieri di paesi arabi
Riguardo ai lavori del progetto PNUD avviati nel 2008 e scaglionati su due anni, essi comprendono uno studio sulla situazione delle donne libanesi sposate a stranieri, seminari per discutere I risultati di questi studi, un testo di legge che dovra’ essere sottoposto al Parlamento e la formazione di una lobby di ONG impegnata a far rispettare I diritti delle donne.Riportiamo qualche risultato di uno studio preliminare effettuato presso 26 istitutzioni religiose e statali concernenti al donna libanese sposata a starnieri. Questo censimento copre un periodo che va dal 1996 al 2008 e ingloba 17860 libanesi sposate a stranieri e aventi registrato il matrimonio in Libano.“8,2% delle musulmane sono sposate a stranieri, il 2% e’ il tasso delle cristiane sposate a starnieri”, sottolinea lo studio che non prende in considerazione I matrimoni non registrati in Libano. E’ il caso di molti matrimoni misti tra libanesi e occidental. Secondo I dati disponibili, tra le donne musulmane sposate a stranieri, l’81,8% sono sposate ad Arabi, il 9,1% ad Europei e il 4,7% ad Americani.Riguardo alle cristiane sposate a stranieri, il 50,2% di loro sono sposate ad Arabi, il 25,6% ad Europei e il 16,3% ad Americani.
http://beirut7.blog.kataweb.it/2009/01/15/lacquisizione-della-cittadinanza-libanese/